Sono sempre più frequenti i fatti di cronaca che riportano eventi incresciosi, lasciandoci perplessi sulla sicurezza nei cieli.
Recentemente due piloti Air France, su un volo diretto a Parigi, si sono “azzuffati” arrivando persino alle mani. La compagnia aerea si difende sostenendo che si è trattato di “un comportamento del tutto inappropriato”. Certamente lo è, ma le cause scatenanti?
Il 15 di agosto su un volo Ethiopian, i piloti si sono addormentati mancando l’atterraggio. Anche qui l’azione della compagnia è stata quella di sospenderli immediatamente. Ma le cause?
Nella notte del 30 aprile, un volo ITA New York-Roma ha interrotto le comunicazioni radio allarmando le autorità transalpine. Temendo un’azione terroristica il centro di controllo di Parigi ha allertato i caccia per l’intercettazione. Anche in questo caso i piloti dormivano.

Il 16 agosto un Airbus ITA diretto a Miami, ha perso un ceppo dei freni. Il pilota è stato immediatamente avvertito ma ha proseguito il volo. Dopo due ore e quando il jet aveva attraversato mezza Italia e la Francia è stato richiamato a Roma dove è atterrato senza incidenti. Motivazioni?

Il 17 giugno un aereo ITA urta in pista un velivolo Air France a New York. Nonostante la segnalazione della torre di controllo i piloti hanno proseguito il volo fino a destinazione!

Addormentarsi in volo, non usare il giusto criterio per valutare un evento, cosa fa pensare? Turni di lavoro stressanti? Mancanza di disciplina? Selezioni del personale errate? Scarso airmanship? Scarsa valutazione del rischio? Incompetenza?
Forse un po’ di tutto. In passato si sono verificati eventi simili ma non con questa concentrazione.
Certamente negli ultimi tempi i piloti sono molto più affaticati rispetto al passato, questo perché le compagnie poco si preoccupano della salute del proprio personale, puntando soprattutto sul fare più soldi. Questo vale anche per gli aeroplani. Apparecchi messi a dura prova e sottoposti a un lavoro sempre più gravoso. Manutenzioni spesso frettolose, fatte da “chissacchì”, “chissaccome” e “chissaddove”. A volte da ditte “estere” per risparmiare sui costi, che spingono poco sull’efficienza ma più sul guadagno.
Anche l’addestramento è molto cambiato. I periodi dedicati alla simulazione di incidenti a scopo addestrativo sono stati ridotti all’osso. La selezione è diventata frettolosa e sommaria. Le carriere sono diventate una leva contrattuale attraverso la quale si privilegiano sindacalisti e “amici degli amici”, senza valutarne attentamente le capacità. Un gioco “sporco” verso il ribasso. Ribasso di tutto. Delle competenze, delle capacità decisionali, delle motivazioni del personale più capace, dei dirigenti sommariamente assunti dal “mercatino dell’usato” e senza provata esperienza sul campo.
Tutto questo è preoccupante, e non poco! Il “pellicciotto” sull’aereo ce lo mettiamo noi passeggeri e ci teniamo a riportarlo a casa integro. Ma sembra che le cose stiano lentamente degradando. Possiamo ancora affermare che la sicurezza nei cieli è garantita?
Gli ultimi eventi dimostrano di no. Perciò facciamo molta attenzione prima di scegliere una compagnia. Come?
Valutando i rischi pregressi della stessa, controllando gli ultimi eventi pericolosi, la serietà, la longevità, l’efficienza, chi la dirige, il numero di velivoli, ecc.
Diffidate dell’ultimo arrivato. Se è ultimo vuol dire che viene da precedenti fallimenti o da esperienze non ancora comprovate e consolidate nel campo aviatorio (i classici “improvvisati”).
E dopo un’attenta valutazione di tutto questo allora fatevi la croce e sperate che tutto vada per il meglio.