
Andrea Licari, siciliano, esperto informatico, abita a Marsala, una delle città più belle e cariche di storia e cultura della sua Sicilia. E’ uno dei massimi conoscitori degli effetti del veleno delle api sull’organismo umano.
Conosciamo la sua storia di apicoltore e la sua passione per le sue amiche api
Andrea ha incontrato sulla sua strada le api quando ha scoperto nel 2008 che la causa dei suoi problemi di salute iniziati nel 2000 si chiamava – Sclerosi Multipla-.
Come lui stesso ama raccontare, aver scoperto finalmente il nome del nemico lo ha confortato, dopo anni di esami, interventi, analisi, visite, operazioni, terapie, conferme e smentite.
Andrea da quella diagnosi confermata ha tratto l’energia e la consapevolezza necessarie ad affrontare la malattia stessa e a studiarne ogni aspetto e ogni terapia possibile.
Nonostante la malattia, però, Andrea non ha mai mollato la sua passione per l’informatica e il web: «La rete è continuata a essere per me ancora di più quell’oceano da cui attingere infinite risorse.
Così ho iniziato a studiare la sclerosi multipla, a conoscerla meglio. Tra i quasi 1.000 siti, blog e forum consultati in tutto il mondo, ho trovato una parola che mi è balzata subito agli occhi: “veleno d’api” e da lì è iniziato questo rapporto viscerale e d’amore con questo essere straordinario».
Una ricerca e uno studio che gli hanno permesso di affrontare la Sclerosi Multipla con la consapevolezza di chi sa che dovrà conviverci durante tutta la vita.
Curare la Sclerosi
Da quel giorno Andrea oltre a sottoporsi alle cure e alle terapie della Medicina convenzionale ha iniziato anche a studiare la Medicina non convenzionale soprattutto quella diffusa in Oriente. In Oriente, si fa un ampio uso da millenni del veleno delle api, come ottimo antinfiammatorio naturale, Basti pensare che in 1,5 mg di veleno sono contenuti ben 78 principi attivi riconosciuti dalla comunità scientifica.
«Il veleno delle api è un ottimo antinfiammatorio naturale, non certo una cura per la sclerosi – spiega – ho avuto l’occasione di sperimentarlo su me stesso. La prima volta che ho iniziato con le punture d’api, premunendomi però di un kit d’emergenza per eventuale shock anafilattico, non ho sentito immediatamente un gran sollievo, ma poi lentamente ha cominciato ad alleviare i dolori sul mio corpo. Si comincia con la puntura di una sola ape, poi si arriva a 40 ogni 48-72 ore» Adesso Andrea è in grado di raccogliere il veleno in purezza e senza recare nessun danno. Da questa sua ricerca ha scoperto e approfondito quella che è diventata la sua passione attuale, ovvero il mondo delle Api e il loro veleno, diventando oggi uno dei massimi esperti di veleno in Italia.
L’esigenza di avere più famiglie d’api è stato il passo successivo, trasformandosi così in una passione che oggi lo porta a gestire dieci alveari.
Ecco perché Andrea, seppur in sedia a rotelle, si è scoperto apicoltore, conoscendo il mondo delle api a 360 gradi: dal miele alla pappa reale, dalla cera alla propoli, al preziosissimo veleno.
Andrea ha sperimentato su di sé gli effetti di questa terapia per alleviare i dolori muscolari che avevano segnato la sua quotidianità.
Da questo incontro, Andrea, con lo studio e la tenacia che lo contraddistingue ha iniziato a studiare tutto sulle api e negli anni è diventato un apicoltore molto seguito nel circuito degli appassionati, ha aderito a diverse associazioni e reti e ha creato diversi progetti tra cui l’ultimo: un apiario senza barriere architettoniche e ha fatto scoprire a più persone possibili il meraviglioso mondo delle api.
Una sfida da vincere
Contribuendo a vincere la diffidenza e la poca conoscenza che esiste nella popolazione sulla straordinaria importanza per lo stesso ecosistema di questo incredibile insetto.
Dal miele alla pappa reale, dalla cera alla propoli, fino al prezioso veleno.
Andrea ricorda però che non si può abbandonare la Medicina convenzionale e improvvisare con quella alternativa senza avere trascorso molto tempo nella ricerca e nello studio.
A tal proposito si è dichiarato fin da subito disponibile a mettersi al servizio della ricerca e della scienza affinché medici scienziati e ricercatori possano capire e trovare una spiegazione scientifica al metodo che lui stesso ha definito miracoloso.
È ancora purtroppo molto diffusa tra le persone che non conoscono il mondo delle api, la paura e la diffidenza nei confronti di questo insetto chiamato ape cosi straordinariamente importante per il nostro Ecosistema.
La api sono parte del nostro ecosistema
Le api sono insetti sociali, vivono insieme e si prendono cura l’una dell’altra.
Abitano in una struttura complessa, una meraviglia ingegneristica chiamata alveare.
Il cuore dell’alveare, quindi della famiglia, è la regina. La regina è l’unica femmina fertile, si distingue dalle operaie per l’addome più lungo e voluminoso. Il suo compito è quello di deporre le uova e comandare la colonia. Può vivere fino a 4 o 5 anni.
Lei depone le uova garantendo il ricambio delle api e viene accudita dalle api nutrici che si occupano di lei. Senza queste api non potrebbe sopravvivere.
Tra di esse c’è un legame molto stretto e tutte vivono in virtù del bene comune.
Il fuco è il maschio e non possiede il pungiglione. Il suo compito è quello di fecondare la regina, vive all’incirca una stagione perché durante l’inverno viene cacciato via dall’ alveare.

Nel periodo invernale all’interno della colonia non sono presenti fuchi.
L’Ape operaia è una femmina sterile. Nell’alveare ne possiamo contare qualche decina di migliaia. Il suo corpo è estremamente versatile. Infatti essa compie nell’arco della sua vita tutti i lavori necessari nell’alveare.
Vive circa 40 giorni d’estate a causa del molto lavoro, invece nel periodo invernale sopravvive da settembre fino a gennaio/febbraio….periodo della ripartenza dell’alveare .
Accerchiate da pesticidi sempre più letali, inquinamento, malattie e parassiti il loro numero è calato drasticamente negli ultimi decenni, mentre fortunatamente sono aumentati gli apicoltori e gli appassionati che in ogni maniera tentano di salvaguardarle come specie vivente.

L’agricoltura industriale è tra le principali minacce per gli impollinatori: pesticidi chimici, monocolture, perdita di biodiversità, pratiche agricole distruttive. Ma le api, già in equilibrio precario, devono affrontare un altro killer: la crisi climatica in corso.
Le Api non sono semplicemente importanti, sono fondamentali.
Un terzo del nostro cibo dipende dall’opera di impollinazione di queste piccole regine della biodiversità: solo in Europa, oltre 4.000 verdure!
Dal loro lavoro di impollinazione dipende la quasi totalità della produzione agricola coltivata e spontanea.
Il progetto
Andrea fa parte del Progetto di reintroduzione e di conservazione della nobile sottospecie in Sicilia con l’Associazione Allevatori Apis mellifera siciliana”. Recentemente Andrea ha purtroppo subito il furto di gran parte delle sue api e di vari materiali.
“Per anni – prosegue – mi sono impegnato per condividere la mia conoscenza ed esperienza sul mondo delle api con apicoltori, fratelli diversamente abili oltre che con tutti gli amanti della natura”.
“Per queste motivazioni – aggiunge – chiedo di essere aiutato per poter ripristinare il mio apiario didattico socio-inclusivo. Purtroppo da solo non ce la posso fare. Grazie mille di cuore – conclude – a chi mi aiuterà a ripristinare tutto”.
La raccolta è raggiungibile al link:
https://gf.me/v/c/gfm/richiesta-aiuto-per-ripristinare-le-api-rubate
Per contattare Andrea Licari, scoprire i suoi progetti e vedere i suoi video visita: